Nella quotidianità lavorativaparole quali affetto, emozione, sentimento e umore hanno poco spazio.L’importanza delle componenti emotive è data per scontata, un implicito dellerelazioni interpersonali che costituiscono il tessuto sociale delleorganizzazioni.
In un momento di difficoltà come quello attuale, caratterizzato da un grande cambiamento non desiderato o addirittura minaccioso, emerge invece nella sua pienezza. C’è il tema della paura per il futuro ma anche la rottura delle abitudini e del normale senso di libertà individuale.
In questo scenario, il lavoro appare di nuovo come investito da sentimenti che si originano non solo da norme contestuali ma anche e soprattutto da fattori inconsci e connaturati alla personalità dei lavoratori ed ai loro vissuti emozionali.
Le aziende e le istituzioni hanno dovuto coinvolgere i propri lavoratori in una forte trasformazione delle prassi lavorative. Consideriamo che l’insieme delle misure sanitarie hanno inevitabilmente prodotto:
- Cambi di turni
- Delocalizzazione di attività
- “confinamento” in casa
- Uso non solo di device aziendali ma anche di strumenti personali (pc, telefoni)
- Passaggio rapido da riunioni in presenza a riunioni a distanza
- Interruzione/riduzione di incontri sociali
- Sovrapposizione tra attività lavorativa e prassi di accudimento familiare (stante la chiusura delle scuole)
- Perdite retributive
Anche la relazione tra manager e professional è stata scossa, spesso dalla velocità del passaggio da presenza in remoto. I lavoratori che erano abituati a operare in presenza si sono trovati soli, replicando le normali abitudini e spesso amplificandole. Si sono così moltiplicate mail e telefonate, spesso originate più dal desiderio di mantenere il contatto che da una loro specifica necessità operativa.
Recuperiamo ora il concetto di clima, inteso come evoluzione del concetto di Atmosfera sociale proposto da Lewin e Lippit. Ben sappiamo che si tratta di una metafora che indica l’insieme delle percezioni e delle attribuzioni di significato che i diversi lavoratori attribuiscono all’ambiente di lavoro.
È da tempo verificato che ambiente climatici percepiti come positivi sono generalmente abbinati ad un buon livello di performance e di adesione aziendale. Gli studi più recenti e le diverse metodologie di survey hanno sempre più intrecciato il concetto di clima con dimensioni quali la creatività, la giustizia organizzativa, la sicurezza ed i rischi psicosociali.
Per questo, la trasformazione che abbiamo vissuto richiede attenzione. Dobbiamo domandarci quanto i nostri colleghi e collaboratori abbiano vissuto questo momento di emergenza come un fenomeno aziendalmente gestito o come una perdità di senso e di relazioni. Lo smart working può aver liberato energie nuove ma anche provocato in alcuni vissuti di inadeguatezza per mancanza di competenze e sentimenti di solitudine per isolamento sociale.
Ogni organizzazione dovrà tenereconto soprattutto nella fase di gestione del dopo crisi, il momento incui il ritorno ad una apparente normalità rischia di far passare in secondopiano l’ìmportanza della condivisione e della creazione partecipata di unanuova prospettiva sul futuro del lavoro.