Comfort zone: tra mito e realtà

Comfort zone: tra mito e realtà

Alessandro Reati Practice Business Leader
comfort zone


La comfort zone, o "zona di comfort", è una realtà psicologica ampiamente studiata nell'ambito delle scienze comportamentali. Indica uno stato mentale in cui una persona sperimenta un livello di ansia e stress relativamente basso, poiché si trova in una situazione familiare e prevedibile. In questa condizione, si tende a evitare rischi e a rimanere entro confini noti e rassicuranti.

Se da un lato la comfort zone può fornire una sensazione di sicurezza e tranquillità, dall’altro può anche limitare la crescita personale e professionale. Il mito manageriale consiste nell'idea che il raggiungimento del successo richieda l'evitamento della comfort zone e il costante superamento dei propri limiti.

Gli studi sulla comfort zone

Diversi autori e opere scientifiche hanno contribuito allo studio della comfort zone e del suo impatto sulla crescita individuale. Ecco alcune citazioni rilevanti:

  • Robert M. Yerkes e John D. Dodson: Nel 1908, Yerkes e Dodson hanno formulato la legge di Yerkes-Dodson, che sottolinea la relazione tra l'arousal emotivo (livello di eccitazione) e le prestazioni. Secondo la loro ricerca, un livello moderato di arousal può favorire le prestazioni, ma eccessivo arousal può avere un effetto negativo.
  • Mihaly Csikszentmihalyi: Csikszentmihalyi, nel suo libro "Flow: The Psychology of Optimal Experience", descrive il concetto di "stato di flusso", in cui una persona si impegna in un'attività coinvolgente e appagante che richiede una sfida equilibrata rispetto alle proprie abilità. Il flusso può essere raggiunto superando la comfort zone.
  • Abraham Maslow: Maslow, nel suo modello della "piramide dei bisogni", afferma che la ricerca dellarealizzazione personale richiede l'esplorazione e il superamento dei propri limiti. Egli sostiene che i bisogni di autorealizzazione possono essere soddisfatti solo se un individuo si spinge oltre la propria comfort zone.
  • Carol S. Dweck: Dweck, nel suo libro "Mindset: The New Psychology of Success", introduce il concetto di "mindset di crescita". Sostiene che le persone con un mindset di crescita vedono i fallimenti come opportunità di apprendimento e si sentono a proprio agio nel superare i propri limiti, spingendosi costantemente fuori dalla loro comfort zone.

Manager e comfort zone

La comfort zone è un concetto utile. Interessante però notare che a evocarlo spesso non sono tanto gli psicologi quanto soprattutto i manager. Talvolta viene citata da manager che spingono i propri collaboratori a superare i limiti, mentre essi stessi rimangono saldamente radicati proprio nella loro amata zona di comfort. È quasi ironico, vero?

Spesso i manager sono pronti a spronare i dipendenti a sfidare sé stessi, a prendere rischi e a sperimentare nuove opportunità. Citando grandi autori e ricordando le teorie sullo stato di flusso e sulla crescita personale, essi enfatizzano l'importanza di spingersi fuori dalla comfort zone.

Ma, ahimè, quando si tratta di loro stessi, la storia cambia. Hanno un affetto speciale per la loro comoda tana di sicurezza. E perché dovrebbero lasciarla? È così tranquilla, familiare e priva di rischi. Lasciare la comfort zone? No, grazie!

Magari, dovremmo fare una piccola riflessione. Forse, i manager potrebbero trarre vantaggio dall'esplorare il terreno sconosciuto e mettersi in gioco proprio come chiedono ai loro collaboratori. Potrebbero scoprire nuove abilità, superare sfide personali e acquisire una prospettiva diversa sull'importanza di allontanarsi dalla propria comfort zone. In fondo, il vero successo di un manager dovrebbe essere misurato non solo dal modo in cui spinge gli altri, ma anche dalla sua capacità di spingersi oltre i propri limiti. Potrebbe essere un bello scherzo vedere i manager danzare al di fuori della loro zona di comfort, proprio come si aspettano che gli altri facciano. Quindi, cari manager, provate ad allontanarvi dalla vostra adorata comfort zone. Sperimentate l'incertezza, abbracciate il rischio e scoprite quanto può essere emozionante e gratificante. Potreste persino ottenere un nuovo punto di vista su come motivare e guidare i vostri collaboratori.

È importante sottolineare che la comfort zone non è un concetto completamente negativo. Può offrire unabase stabile per affrontare il quotidiano e fornire un senso di sicurezza. Tuttavia, il vero sviluppo personale richiede l'esplorazione di nuove sfide, il superamento dei limiti e l'apertura a nuove esperienze.

Conclusioni

In conclusione, la comfort zone rappresenta una realtà psicologica che può limitare la crescita individuale, mentre il mito manageriale suggerisce che il successo richieda l'uscita dalla comfort zone. Gli studi di autori come Yerkes, Csikszentmihalyi, Maslow e Dweck offrono prospettive scientifiche sulle dinamiche della comfort zone e sottolineano l'importanza di superare i propri limiti per raggiungere la realizzazione personale e professionale.

Scritto da

Alessandro Reati 

Psicologo del lavoro e consulente direzionale certificato CMC-ICMCI, da oltre 25 anni si occupa di consulenza, formazione e coaching, guidando programmi di cambiamento e sviluppo organizzativo presso aziende nazionali e multinazionali, associazioni e istituzioni. Il focus dei suoi interventi è sulla valorizzazione delle risorse umane e della community professionale. Privilegia metodi di intervento partecipativi e basati sul coinvolgimento attivo. A lungo professore a contratto presso diverse università, è autore di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifico-professionali e blog divulgativi e coautore di una decina di volumi.
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