Management ibrido: come sopravvivere tra leadership e followership in un ambiente a matrice

Management ibrido: come sopravvivere tra leadership e followership in un ambiente a matrice

Alessandro Reati Practice Business Leader
Enti pubblici


Il manager del presente è ibrido (Ecco perché)

Nel mondo del lavoro moderno, il concetto di manager come leader unico e esclusivo di un gruppo di lavoro sta rapidamente scomparendo. Il manager contemporaneo non può più permettersi di essere solo la figura che detiene costantemente il controllo e la responsabilità decisionale all'interno di un team. Piuttosto, il nuovo paradigma richiede un “manager ibrido”, capace di alternare agilmente tra leadership e followership, adattandosi alle mutevoli necessità di molteplici progetti e di un'organizzazione sempre più complessa, fluida e distribuita geograficamente.

Questa capacità di cambiare ruolo non è solo auspicabile, ma diventa essenziale, soprattutto nelle organizzazioni moderne come le multinazionali o le strutture a matrice, dove le linee di comando sono spesso intrecciate, sovrapposte e complesse.

In tali ambienti, la capacità di un manager di muoversi tra leadership e followership è cruciale per il successo organizzativo. Come scrive Henry Mintzberg: “La gestione è una pratica, non una scienza. E per praticarla bene, bisogna essere flessibili”. Questa frase coglie perfettamente l'essenza di ciò che significa essere un manager ibrido nel contesto contemporaneo: la flessibilità non è più solo una qualità desiderabile, ma una necessità per navigare nella complessità delle moderne strutture aziendali e i loro continui cambiamenti. Essere flessibili permette di rispondere meglio alle sfide, di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e di migliorare la collaborazione tra team diversi.

Leadership temporanea e necessità di flessibilità

Nelle organizzazioni a matrice, la leadership non è mai una condizione permanente. Al contrario, essa è vista come un fenomeno dinamico che evolve in base alle esigenze del progetto e alle competenze necessarie in determinati momenti. Un manager potrebbe essere leader su un progetto oggi, ma domani trovarsi a seguire un esperto in un'altra iniziativa. Questa flessibilità nella leadership è ciò che consente alle organizzazioni complesse di essere reattive e innovative.

Grazie agli strumenti digitali moderni, come Microsoft Teams, Miro e altre piattaforme di collaborazione, i manager hanno la possibilità di delegare con maggiore facilità, mantenendo una visione d'insieme mentre permettono ai membri del loro team di assumere il controllo su aree specifiche. Questo approccio non solo favorisce una maggiore responsabilizzazione del team, ma promuove anche un clima di fiducia e autonomia, essenziale in contesti multinazionali e distribuiti.

La capacità di gestire in modo interattivo e fluido diventa ancora più rilevante quando si lavora con team geograficamente distribuiti. Strumenti come questi non solo facilitano la comunicazione tra i vari membri del team, ma permettono anche di monitorare l'avanzamento delle attività in tempo reale, riducendo le barriere che tradizionalmente rallentavano il processo decisionale.

Followership attiva come vantaggio competitivo

Essere un buon follower, in questi contesti, non è affatto sinonimo di passività. Anzi, la followership attiva rappresenta una competenza strategica di fondamentale importanza. Un manager moderno deve saper riconoscere quando è il momento di seguire, di ascoltare e di adattarsi al contributo di altri membri del team che, in determinati momenti, possono assumere un ruolo di leadership su specifiche questioni tecniche o operative.

Questo tipo di followership proattiva crea un ambiente di lavoro più collaborativo, dove le decisioni vengono prese in maniera partecipativa e dove ogni membro del team sente di poter contribuire in modo significativo.

Come afferma Daniel Goleman nel suo lavoro sull’intelligenza emotiva: "Un leader efficace sa quando è il momento di lasciare che siano gli altri a guidare". Questa affermazione si inserisce perfettamente nella logica delle moderne organizzazioni a matrice, dove la leadership non è rigida ma dinamica, e la capacità di seguire diventa altrettanto importante quanto quella di guidare. Le nuove generazioni di lavoratori, abituate a operare in un contesto tecnologico e digitale, comprendono istintivamente il valore della membership attiva e dell’interazione decentralizzata, rendendosi sempre più abili nel passare da un ruolo di guida a uno di supporto, in base alle esigenze del momento.

Come stare bene e avere successo in un ambiente complesso: smettere di sentirsi insostituibili

Il futuro del management risiede nell'ibridità: la capacità di alternare con agilità leadership e followership non è solo una questione di competenze tecniche, ma di mentalità. I manager che sapranno muoversi agevolmente tra questi due ruoli, adattandosi alle circostanze mutevoli e sfruttando al meglio gli strumenti digitali, emergeranno come veri leader in contesti sempre più complessi.

La combinazione di una leadership flessibile e una followership attiva permette alle organizzazioni di essere più resilienti e innovative, riducendo i tempi di risposta ai cambiamenti e promuovendo un ambiente di lavoro più inclusivo e partecipativo.


Letture consigliate:

"The Leadership Pipeline" di Ram Charan (2011) – Un libro che esplora come sviluppare competenze di leadership e followership a ogni livello.

"Managing" di Henry Mintzberg (2009) – Un testo fondamentale sulla complessità della gestione moderna.

"Intelligenza emotiva" di Daniel Goleman (2006) – Per capire l’importanza dell’empatia e della flessibilità nella leadership.

Scritto da

Alessandro Reati 

Psicologo del lavoro e consulente direzionale certificato CMC-ICMCI, da oltre 25 anni si occupa di consulenza, formazione e coaching, guidando programmi di cambiamento e sviluppo organizzativo presso aziende nazionali e multinazionali, associazioni e istituzioni. Il focus dei suoi interventi è sulla valorizzazione delle risorse umane e della community professionale. Privilegia metodi di intervento partecipativi e basati sul coinvolgimento attivo. A lungo professore a contratto presso diverse università, è autore di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifico-professionali e blog divulgativi e coautore di una decina di volumi.
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