Guida per leader allo sviluppo della resilienza
La resilienza è fondamentale, soprattutto nelle organizzazioni d’oggi, in quanto permette di affrontare con successo anche i momenti più difficili e incerti.
Come abbiamo visto, le ricette per sviluppare resilienza personale e organizzativa purtroppo non esistono. Ogni soluzione di resilienza è legata a un contesto specifico. Gli studi però hanno individuato alcune linee guida per chi vuole essere pronto per ogni evenienza.
Linee Guida a livello organizzativo
Mappare le fragilità
Ogni sistema, sia un team o un’intera azienda, ha delle fragilità che possono assumere le forme più diverse: da quelle di lungo termine (esposizione agli shock ambientali o di mercato ad esempio) a quelle legate alla cultura (mancata accettazione del rischio e dell’errore, conformismo di pensiero o di comportamento, tanto per citarne alcune) o di contesto (ad esempio la forte dipendenza da un tipo di prodotto particolarmente redditizio ma unico). Ogni fonte di fragilità richiede interventi molto diversi ma è fondamentale saperle riconoscere in modo oggettivo.
Monitorare i feedback:
Cogliere in tempo reale le informazioni che dall’ambiente esterno segnalano un protezionale sconvolgimento. I rischi non sono di per sé sempre forieri di sciagure, per chi sa cogliere i segnali in tempo possono anche diventare motori di innovazione potentissimi.
Comunicare in modo chiaro
Parlare alle proprie persone in modo trasparente di cosa sta succedendo e di quali sono le proprie intenzioni senza “indorare la pillola” aiuta a far loro capire i cambiamenti in atto e le aspettative che si hanno nei loro confronti.
Linee guida a livello personale
Trovare uno scopo personale
Si tratta di individuare il proprio scopo, la personalissima ragione che ci spinge ad andare avanti anche in momenti difficili. Come ha spiegato Victor Frankl, un famoso psicologo sopravvissuto all’orrore dei capi di concentramento: “una volta che una persona ha trovato uno scopo personale, ciò non solo lo rende felice ma gli dà la capacità di far fronte alla sofferenza”.
Rafforzare l’intelligenza emotiva
Essere consapevoli delle proprie emozioni e saper gestire quelle tossiche aiuta a mantenere lucidità e a concentrarsi su ciò che sta accadendo ora senza cedere a un dannoso rimuginio o a fughe mentali verso ciò che era o ciò che sarà.
Costruire un network di relazioni
Tutti gli studi sulla resilienza sono concordi nel dire che una rete sociale solida sia fondamentale nel mantenere una buona resilienza emotiva. Avere delle persone – amici, colleghi o conoscenti – con cui parlare aiuta a eliminare il senso di solitudine, mette nelle condizioni di confrontarsi con punti di vista diversi e di ricevere preziosi feedback.
Coltivare la compassione
Ricordarsi che i nostri collaboratori, o colleghi, sono diversi da noi e che quindi i loro comportamenti saranno diversi da quelli che noi avremmo adottato in analoghe circostanze è un passaggio spesso trascurato nella pratica manageriale. Coltivare la compassione verso se stessi e verso gli altri favorisce la crescita di un clima di fiducia e collaborazione.