Per migliorare le performance servono nuovi comportamenti!

Emanuele CastellaniCEO Cegos Italia & Cegos APAC

Il mondo digitale ha accorciato le distanze e mischiato le culture, ma, a modo loro, Confucio e Aristotele erano già molto vicini oltre duemila anni fa.

L’uno introdusse il concetto di uomo superiore, definendolo “cauto nel parlare e pronto all’azione”, come colui che attraverso conoscenza, pensiero, propositi, auto-miglioramento, regolazione e “governo” raggiunge l’obiettivo di pace e prosperità; l’altro sviluppò la teoria delle “sette cause determinanti i comportamenti”, individuandoli in opportunità, natura, obbligo, abitudine, ragione, passione e desiderio.

Oggi le neuroscienze evidenziano scientificamente che l’apprendimento, alla base dei nuovi comportamenti, dipende dalla neuro-plasticità, dalle emozioni, dall’ambiente, dai condizionamenti sociali e dall’esperienza. Questi sono i Key-findings della neuroeducation, la neuroscienza applicata all’apprendimento.

Basta così… lasciatemi scrivere un po’ più a ruota libera,senza scomodare filosofia e scienza.

La formazione per affrontare i cambiamenti

Un interrogativo ricorrente per imprenditori, manager o chiunque si trovi a vivere in un contesto competitivo è:

come posso resistere, migliorare o addirittura innovare in un mondo in cui imperversano trasformazioni sociali ed economiche?

Pare che tra tanti driver, il principale sia il possesso delle skills necessarie, capaci di determinare appunto i comportamenti vincenti. Lo afferma il 34% dei 1.400 CEO intervistati da PWC nel “22nd Annual Global CEO Survey”, in tutto il mondo, appunto. E quando si chiede loro quale impatto ha la mancanza delle skills la risposta è proprio questa:

limita l’innovazione, incrementa i costi del personale, compromette gli standard qualitativi e mette a rischio la capacità di cogliere le opportunità, quindi le potenzialità di crescita

Sono tutti d’accordo nel dire che la formazione continua e progettata secondo le più recenti metodologie anche digitali, sia la soluzione che meglio di ogni altra garantisce il raggiungimento di questo risultato, consentendo di colmare i pericolosissimi gap di competenze.

E allora ecco che Confucio, Aristotele, scienza e filosofia, Asia ed Europa convergono.

Il futuro dell'apprendimento

Il digital learning (inteso come progetto che unisce la metodologia di aula classica con quella digitale) consente di massimizzare l’apprendimento perché propone esperienza formativa.

Digital learning significa ATAWAD (acronimo di anytime, anywhere e any device), perché prolunga la durata della formazione in termini di “elapsed time”, perché consente la personalizzazione, in taluni casi anche adattiva, e perché rappresenta una forma di continuità per le nuove generazioni abituate a vivere in simbiosi con strumenti nuovi e a studiare, sin dalle elementari, con il digitale.

Prolungando la durata della formazione la persona viene accompagnata ad applicare i nuovi comportamenti, dopo la fase di apprendimento e quella di trasferimento/trasformazione.

Non possono mancare learning objects di rinforzo, video pillole, classi virtuali, gamification e chi più ne ha, più ne metta.

Signori, abbiamo abbandonato l’era della stabilità permanente, intervallata da momenti di discontinuità, in favore della instabilità costante. Abbiamo abbandonato l’era delle abitudini infrante da momenti di rottura e siamo entrati nell’era in cui… l’abitudine “non fai in tempo a consolidarla che già la dovresti cambiare”, per cui, perché acquisirla?

Decoding the future: sharing the present

Sono felice per tutti coloro che stanno pensando “l’avevo detto io” o almeno “avevo già questa impressione”, perché, probabilmente avranno già cominciato il proprio processo di re-training e up-skilling. Sono felice per loro perché consapevoli oppure no, stanno tracciando un solco rispetto a coloro che inevitabilmente dovranno rincorrere, se ne saranno capaci e se ne accorgeranno.

Tutto questo è stato trattato all'evento "Decoding the future: sharing the present": una occasione per incontrare professionisti L&D, condividere tendenze e best practice, approfondire i principali aspetti che rispondono alle nuove necessità in ambito formativo.


Scritto da

Emanuele Castellani

Emanuele è entrato a far parte del Gruppo Cegos nel 2011 ed è oggi membro dell'International Group Committee di Cegos SA, CEO di Cegos Italy e Cegos Apac. La sua carriera è iniziata nel gruppo Adecco nel 2000 e è continuata in ADP nel 2009, aprendo la sua esperienza nel settore delle risorse umane. Ha trascorso la sua vita professionale costruendo organizzazioni di successo, start-up e trovando nuovi modelli di business. Negli ultimi 20 anni ha lavorato con le principali multinazionali delle risorse umane ed è nota la sua esperienza negli ambiti di recruiting, amministrazione del personale e formazione. Emanuele è particolarmente appassionato ed esperto di temi legati al Talento. Trattando della trasformazione in atto a livello globale afferma: “Le persone non hanno mai completamente soddisfatto il proprio desiderio di progredire poiché questo fa parte della natura umana. L'apprendimento continuo, potenziato dall'apprendimento digitale integrato al face-to-face tradizionale, sta diventando più una necessità che un bisogno. Le competenze invecchiano molto rapidamente e il tempo per colmare il gap è diventato troppo breve". Nella sua attuale posizione, sostiene e incoraggia il ruolo del digitale in ambito Learning & Development, nonché l'importanza dell’apprendimento continuo.
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