Di Academy si parla sempre più spesso: sembra che ogni azienda stia pensando di realizzarne una o di ripensare quella già esistente. Un tempo per chi si occupava di formazione aziendale la parola chiave era “training”; poi è stato il momento di “learning & development”; ora è il momento di “academy”, meglio ancora se “digital” o “predictive”.
In realtà, come rilevato da molti dagli studi sulle realtà americane ed europee, le Academy hanno storia antica (una delle prime esperienze italiane risala al 1957), grande eterogeneità ma soprattutto grandi prospettive.

Le grandi aziende hanno infatti da tempo compreso quanto la formazione deve essere in grado di anticipare le competenze richieste dal futuro, attraendole oltre che creandole, più che dedicarsi al semplice aggiornamento.
Per questo una buona Academy (pur in assenza di un modello univoco che la definisca) deve riuscire ad operare su un doppio livello: non solo sugli attuali componenti dell’organizzazione aziendale ma anche sull’ambiente esterno di riferimento (sia formativo tecnico-specialistico, sia istituzionale).
Comprendere le potenzialità di una Academy è fondamentale per una corretta progettazione. In particolare bisogna esplorare la differenza tra essa e un classico ufficio formazione.
Definizioni e interpretazioni
Tra le numerose proposte di definizione le più significative,a nostro parere, sono le seguenti:
- Jeanne Meisterè una delle prime studiose del tema. Identifica l’Academy come una organizzazione formativa creata da una azienda, un ombrello strategico per sviluppare il proprio personale, clienti e fornitori in modo da supportare le strategie di business
- Mark Allen difinisce l'Academy come una entità educativa disegnata strategicamente per assistere l’organizzazione di appartenenza nel perseguire la sua mission primaria attraverso forme di apprendimento individuale e collettivo
- L'European Foundation for Management Development stabilisce che la Corporate University è l’espressione concreta e visibile di una learning organization che sviluppa e sostiene i processi di cambiamento, garantisce l’allineamento di valori, strategie e persone nell’organizzazione, adegua e fa crescere di continuo le competenze chiave dell’azienda e dei singoli individui che per essa e con essa lavorano; la sua mission è di aiutare a migliorare e rinforzare la posizione competitiva delle imprese sul mercato, ma è anche quella di introdurre discontinuità innovative nella situazione esistente laddove si renda necessario
Queste definizioni spingono verso un empowering della funzione Training & Development, coerentemente con quanto da tempo promosso dalle diverse associazioni di settore nazionali (AIF) e internazionali (ATD).
L’Academy deve dunque essere un nuovo luogo, sia fisico che virtuale, di condivisione comunitaria di identità, valori e competenze.
La tendenza è quella di tornare ad una interpretazione dell’azioneformativa come una "azione sistemica" e "a responsabilità diffusa" sull’insieme dell’organizzazione. La visione del futuro dovrebbe informare le azioni del presente, superando due discutibili tendenze: l’eccessiva semplificazione e l’enfasi sulla destrutturazione dei percorsi formativi.
Dare nuova forma al luogo propulsivo dell’apprendimento organizzativo richiede allora di predisporre anche alcune accortezze.
Le 4 leve per i lancio operativo di una Academy
Ecco come potrebbe essere semplificata la fase di lancio diun Academy:
