
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento significativo dell’importanza attribuita al benessere sul posto di lavoro. Molte aziende investono in programmi e iniziative volte a promuovere la salute mentale e fisica dei collaboratori: un inizio molto positivo, sicuramente nella direzione giusta. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che la cultura del benessere va ben oltre il semplice promuovere la felicità dei dipendenti.
Una vera cultura di benessere si concentra sul benessere olistico delle persone. Non tiene conto soltanto della felicità momentanea, ma della salute mentale, fisica ed emotiva nel lungo periodo. Questo significa che le aziende che adottano una cultura del benessere sono più attente a creare ambienti di lavoro che favoriscono autenticità, resilienza e connessione tra le persone, piuttosto che limitarsi a mantenerle costantemente “felici”.
La ricerca incessante di una felicità continua può risultare estenuante e frustrante per molti collaboratori che non riescono a raggiungere quello stato in modo permanente. Una cultura autenticariconosce che la vita è fatta di alti e bassi, ed è perfettamente naturale sentirsi tristi, stressati o ansiosi di tanto in tanto. Invece di nascondere queste emozioni o negarne l’esistenza, è importante incoraggiare le persone a essere oneste su come si sentono, offrendo al tempo stesso supporto e risorse per affrontarle in modo sano.
Secondo uno studio dell’American Psychological Association, i collaboratori che si sentono sostenuti nel loro benessere mentale ed emotivo hanno 2,5 volte più probabilità di essere altamente coinvolti nel lavoro. Questo si riflette in una maggiore produttività, una riduzione del turnover e un ambiente di lavoro più positivo.
Inoltre, quando creiamo un contesto in cui i collaboratori si sentono rispettati e supportati nella quotidianità, favoriamo diversità e inclusione, offriamo opportunità di crescita personale e professionale e costruiamo spazi sicuri in cui tutti possano esprimersi senza paura di discriminazioni o giudizi. Di conseguenza, secondo uno studio McKinsey & Company, le aziende con alti livelli di diversità e inclusione hanno il 36% di probabilità in più di ottenere profitti superiori e di battere la concorrenza. Persone con origini, esperienze e percorsi diversi portano con sé una ricchezza di idee e soluzioni che rende più efficiente la risoluzione dei problemi, migliora prodotti e servizi e, in definitiva, incrementa i risultati finanziari dell’impresa.
In sintesi
Una cultura del benessere è molto più autentica di una cultura della sola felicità, perché riconosce la complessità dell’esperienza umana e valorizza la salute e il benessere dei collaboratori nella loro interezza. Investire in programmi e iniziative che promuovono davvero il benessere significa non solo aumentare la soddisfazione e l’engagement delle persone, ma anche creare ambienti di lavoro più sani, produttivi e sostenibili nel lungo periodo.
Leggi l'articolo di Susana Ferreira in lingua originale