Punti di vista generazionali sulle organizzazioni flessibili in Italia ed Europa

Punti di vista generazionali sulle organizzazioni flessibili in Italia ed Europa

Alessandro Reati Practice Business Leader
ownership


Le organizzazioni flessibili rappresentano una tendenza emergente nel contesto lavorativo contemporaneo, sia in Italia che in Europa. In questo articolo esploreremo le opinioni di quattro diversi manager appartenenti a diverse generazioni - Babyboomer, X, Y e Z - riguardo alle organizzazioni flessibili. Attraverso le loro riflessioni, analizzeremo le realtà organizzative e sociali in Italia, cercando di cogliere le differenze e le similitudini rispetto al panorama europeo.

Manager Babyboomer

Ho vissuto il cambiamento delle organizzazioni nel corso degli anni. Sebbene possa essere scettico riguardo all'adozione di nuovi modelli di organizzazione, riconosco che le organizzazioni flessibili possono portare numerosi vantaggi. Tuttavia, ritengo che sia necessario bilanciare la flessibilità con una solida struttura organizzativa, evitando di trascurare l'efficienza e la stabilità aziendale. In Italia, dove la cultura del lavoro tradizionale è ancora radicata, è essenziale affrontare le sfide culturali e generazionali per implementare con successo organizzazioni flessibili”.

Manager Generazione X

Credo che le organizzazioni flessibili rappresentino una risposta adeguata alle mutevoli dinamiche del mercato del lavoro. L'equilibrio tra lavoro e vita privata è fondamentale, soprattutto alla luce delle crescenti richieste delle nuove generazioni. In Italia le organizzazioni flessibili possono favorire una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia, riducendo lo stress e aumentando la produttività. Tuttavia, dobbiamo affrontare le sfide legate alla resistenza al cambiamento e alla mancanza di infrastrutture a supporto di queste nuove modalità organizzative”.

Manager Generazione Y

Sono un sostenitore convinto delle organizzazioni flessibili. La tecnologia e la digitalizzazione hanno trasformato il modo in cui lavoriamo, aprendo nuove opportunità per lavorare in modo autonomo o da remoto. In Italia, abbiamo bisogno di una maggiore apertura mentale da parte delle organizzazioni tradizionali per abbracciare la flessibilità. La cultura del presente richiede un approccio orientato ai risultati e una maggiore attenzione alle esigenze individuali. Le organizzazioni flessibili possono contribuire a colmare questo divario generazionale e a valorizzare il potenziale dei giovani talenti”.

Manager Generazione Z

“Sono cresciuto con la flessibilità come norma. Ritengo che le organizzazioni flessibili siano essenziali per soddisfare le aspettative dei giovani professionisti. In Italia, le organizzazioni dovrebbero adattarsi ai cambiamenti del mercato e adottare modelli di lavoro flessibili per attrarre e trattenere i talenti più promettenti. Dobbiamo superare la mentalità tradizionale e investire nell'innovazione, nell'agilità organizzativa e nella formazione continua per rimanere competitivi a livello europeo”.


Osserviamo questo scenario dal punto di vista HR. La nostra responsabilità è aiutare l’azienda ad avere delle organizzazioni efficaci e delle community professionali soddisfatte. Per questo dobbiamo aiutare i manager a superare le vision individuali in una prospettiva transgenerazionale.

Le opinioni dei manager appartenenti a diverse generazioni riflettono le sfide e le opportunità che le organizzazioni flessibili presentano in Italia ed Europa. Mentre i Babyboomer e la Generazione X possono essere più cauti riguardo al cambiamento, la Generazione Y e la Generazione Z sono più aperte all'adozione di modelli organizzativi flessibili.

In ogni caso, il successo delle organizzazioni flessibili in Italia richiederà sforzi per superare le resistenze culturali, migliorare le infrastrutture e promuovere la formazione continua. Solo attraverso una collaborazione intergenerazionale e un adattamento consapevole potremo cogliere i vantaggi delle organizzazioni flessibili e promuovere un futuro del lavoro più sostenibile e appagante.

Scritto da

Alessandro Reati 

Psicologo del lavoro e consulente direzionale certificato CMC-ICMCI, da oltre 25 anni si occupa di consulenza, formazione e coaching, guidando programmi di cambiamento e sviluppo organizzativo presso aziende nazionali e multinazionali, associazioni e istituzioni. Il focus dei suoi interventi è sulla valorizzazione delle risorse umane e della community professionale. Privilegia metodi di intervento partecipativi e basati sul coinvolgimento attivo. A lungo professore a contratto presso diverse università, è autore di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifico-professionali e blog divulgativi e coautore di una decina di volumi.
Scopri di più
newsletter image

Ricevi la nostra newsletter

Training, Management, Commercial, Professional Efficiency

Iscriviti