Le crisi si superano. Bisogna però superarle bene, riuscendo non solo a reggere l’urto di eventi imprevisti ma anche e soprattutto mantenendo lo spirito creativo, il desiderio di apprendimento e un atteggiamento positivo verso il futuro. Si tratta di una necessità evidenziata da tempo da chiunque si occupi professionalmente di business continuity.

Post Crisis evaluation

La capacità di un'azienda di continuare a erogare prodotti e/o servizi secondo uno standard predefinito come accettabile, anche in condizioni critiche, è il risultato di attenzioni e azioni che si dispiegano in tempi lunghi e di un connubio tra esperienze vissute e previsioni.

Business Community Management

Il Business Continuity Management è, dunque, da intendersi come una metodologia in grado di predisporre processi che aumentano la resilienza organizzativa e la capacità di risposta ad un evento critico, indipendentemente dalla causa che l'ha generato.

Non si tratta di gestire in maniera reattiva singoli episodi ma di comprendere quali possono essere le minacce interne ed esterne di un’organizzazione, predisponendosi a neutralizzarle o almeno a contenerle.

È necessario avere un approccio olistico e le competenze per dare il giusto valore agli eventi. La crisi non è un semplice incidente; si tratta di una situazione anomala, improbabile ma possibile, in grado di generare un’instabilità grave, che può impedire il raggiungimento di obiettivi strategici e minare la sopravvivenza stessa dell'organizzazione. Uscire bene da una crisi significa non solo superare l’evento critico e tornare alla normalità ma anche possedere l’abilità di analizzare gli effetti derivanti e dedurne azioni di miglioramento.

Valutazione del post crisi

Bisogna quindi saper:

  • esaminare il fenomeno-crisi (fattori causali, evoluzione, impatto);
  • valutare i punti di forza e di debolezza dell’organizzazione in merito al fenomeno specifico;
  • impostare un piano di recupero dei target attesi o una revisione della pianificazione;
  • favorire un ritorno alla normalità, gestendo al meglio anche gli aspetti legati alle dimensioni emotive dell’organizzazione e dei gruppi di lavoro;
  • perfezionare le linee guide;
  • mantenere preventivamente un adeguato livello di allerta.

L’atteggiamento è importante

La valutazione post-crisi, purtroppo, è difficile, anche a causa del rispettabile ma pericoloso atteggiamento psicologico che porta molti individui a non voler ricordare alcuni eventi. Una volta che un incidente è passato, molti tendono a rimuoverlo.

Andare avanti facendo finta che nulla sia accaduto e tornare alle vecchie abitudini può essere una forte tentazione. Bisognerebbe evitarla: un buon manager sa che dall’esperienza si deve trarre sempre un insegnamento. Se non viene effettuata alcuna valutazione, non può esserci una revisione critica delle modalità con cui l’emergenza è stata gestita.

Di conseguenza non ci saranno aggiornamenti o miglioramenti delle linee guide, ruoli e responsabilità potrebbero non essere perfezionati e si correrebbe il rischio di sottovalutare l’esigenza di fare formazione preventiva per un’adeguata gestione di situazioni simili in futuro. Una crisi non è mai un momento piacevole. Nessuno la desidera.

Le professioni che si occupano di emergenze e urgenze sono da sempre consapevoli che sia comunque necessario prepararsi, allenarsi ed essere disposti ad una riflessione critica dopo ogni intervento. È un atteggiamento che dovrebbe essere importato in ogni azienda: ogni incidente intra-organizzativo, ogni evento esterno, che impone una revisione delle pratiche aziendali, può sempre fornire un eccellente momento di apprendimento collettivo, utile anche per le generazioni future.

Interrogarsi su cosa è stato gestito bene e cosa può essere perfezionato è necessario per mantenere un approccio costruttivo. La gestione ongoing dei piani di business continuity e il ciclo PDCA (o le sue declinazioni PDSA o OPDCA) rimangono la metodologia di base.

Nell'articolo successivo vediamo come si fa nel concreto un post crisis evaluation.


Scritto da

Cegos

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