Da anni si parla del lavoro in team. Negli annunci di lavoro si legge “richiesta forte propensione a lavorare in team”, nei CV si legge “sono molto abile nel lavoro di squadra” o “amo lavorare in team”. Nelle interviste vengono valorizzate le performance di squadra “questo successo è merito del contributo di tutti”.
Quindi dov’è la grande novità nell’affermare che le performance nella Business Tranformation sono legate a questa capacità? La predisposizione al lavoro in team è qualcosa, mettere il risultato di un gruppo davanti al proprio è altro, essere efficienti è tutt’altro ancora, e ciò dipende da una serie di fattori su cui è bene indugiare almeno un po’.
Continuando nella metafora della serie “Il Trono di Spade”, sottolineerei le qualità di un personaggio che si è particolarmente distinto per possedere le caratteristiche che rendono una persona “portatrice di efficacia” all’interno di un team: Jon Snow.
Quali caratteristiche contraddistinguono un buon “team-player”, sia egli “member” oppure “manager”?
Innanzitutto la chiarezza di idee rispetto all’obiettivo da perseguire e le capacità/competenze necessarie per arrivarci. Dovendo comporre un team risulta necessario conoscere le competenze delle persone che si vorranno coinvolgere, così come conoscerne le debolezze, in modo che i punti di forza dell’uno sopperiscano ai punti di debolezza dell’altro.
Facendo parte di un team risulta fondamentale comprendere qual è il proprio ruolo al suo interno e conoscere le caratteristiche degli altri componenti. Jon diventa abile in questa fase di amalgama del team, e tra gli episodi che caratterizzano questa sua evoluzione ricorderei:
- dopo le prime difficoltà di inserimento (all’arrivo alla Barriera) nella squadra di Guardiani della notte, comprende i suoi confratelli e con minuziosità agisce per creare un legame e diventare un punto di riferimento per il gruppo, non solo per la sua abilità nel combattere ma anche perché riesce a far prevalere i concetti di unità e difesa del più debole.
- in più di un’occasione, e in fasi successive, unisce popoli e casate molto diverse tra loro e persegue la ricerca di alleanze per un fine superiore e comune.
La creazione di un team è solo il primo passo. Da quel momento in poi è necessaria la condivisione di un set di “regole” attraverso cui farlo funzionare in termini di tempistiche, livelli di impegno, Key performance indicators, momenti di analisi, processi di lavoro, riunioni di avanzamento lavori e perimetri di ruolo... potrei continuare con questo elenco menzionando in sostanza ciò che viene appreso normalmente in un corso di Basics del Project Management.
Senza dimenticare però che i componenti del team sono esseri umani, che mentre lavorano, perseguono gli obiettivi, erogano la propria performance, interagiscono; quindi diventa necessario sviluppare anche un set di soft skills relative alle relazioni interpersonali, alla gestione dei conflitti, alle basi del management, e aggiungerei remote management.
Persone che lavorano insieme, pur se componenti perfettamente incastonate in un ingranaggio, hanno bisogno di essere “costantemente” oliate e ciò può avvenire solamente attraverso l’applicazione di competenze soft che taluni posseggono di più, altri di meno, ma sono comunque acquisibili e praticabili.
La ricerca dell’efficacia attraverso un lavoro in team è legata al tema del tempo come risorsa fondamentale. Il trascorrere del tempo porta con sé il lievitare dei costi e la perdita di posizioni di vantaggio competitive che possono significare perdita di ricavi.
Ti sei perso gli altri articoli dedicati al Trono delle Competenze? Vai all'introduzione della saga e al capitolo dedicato a Sansa Stark "Change Management: adapt quickly!".
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