Il Management del silenzio
In certe aziende il silenzio è d’oro. Una riorganizzazione, una dimissione, un errore: l’informazione non viene diffusa col rischio di alimentare la RSI (Radio Scarpa International…) e di generare i classici rumors. La preoccupazione di controllare la comunicazione in un contesto incerto e complesso può condurre alla scelta del silenzio. Ma le conseguenze di un’assenza comunicativa interna possono essere dannose.
Silenzio volontario o no?
Di certo occorre distinguere bene il silenzio volontario da quello involontario per evitare valutazioni troppo sbrigative. Se prendiamo la prima tipologia, essa deriva spesso da un bisogno di controllo dell’informazione, non di rado legato all’idea del potere conoscitivo che altri in organizzazione non hanno. Un concetto comunque non nuovo e che ha i suoi vantaggi: consente di scegliere il contenuto e il momento per diffondere l’informazione secondo un timing studiato, anche per scongiurare reazioni nocive agli obiettivi aziendali.
Fiducia e assenza di comunicazione
Il grande problema della comunicazione assente è rappresentato dall’effettosulla fiducia tra manager e collaboratori o comunque tra le persone stesse, al di là del loro ruolo, senza contare le forme più gravi e vistose quali: la carenza di commitment, le tensioni, l’aggressività. Il management del silenzio può inficiare anche motivazione ed engagement, con il rischio di veder annebbiata l’execution quotidiana. E la ragione è presto detta: le informazioni trasmesse dal management danno un senso, un significato, una direzione, costituendo un ottimo carburante per gli stimoli intrinseci che ognuno può ricavare.
Rischi e benefici del management del silenzio
Se vogliamo essere ancor più pragmatici (senza incorrere in rischi psico-sociali), sarebbe molto interessante confrontare il rapporto rischi/benefici qualora si voglia operare la scelta del silenzio.
In altre parole: è possibile calcolare una sorta di ROI del silenzio, accostando vantaggi dell’informazione alla propria credibilità, la minimizzazione dei fatti alla possibile destabilizzazione delle persone o addirittura alla manipolazione.
Sappiamo bene che, in fondo, il silenzio è (almeno in apparenza) una specie di quiete, una precauzione rispetto ai rischi assunti da una comunicazione chiara e netta. Pertanto un consiglio utile sarebbe quello di riempire la tabella sottostante per capire se la scelta del silenzio tiene o meno in alcune circostanze prescelte:
Vantaggi del Silenzio / del Non Detto | Rischi di una Comunicazione Aperta |
|
Per approfondire le tue skills manageriali e di gestione dei collaboratori, guarda i programmi dei corsi Cegos nell'area Management & Coaching.
Articolo di Tiziano Botteri