Fiducia, la nuova moneta corrente del business?

Buona notizia. Ormai la fiducia nelle organizzazioni non è più un tabù.

Anzi… sembra quasi diventato di moda! Alcune aziende inseriscono la fiducia – o il trust, fa più chic – tra i valori dell’organizzazione, gli speaker ai convegni ne parlano convinti, anche sui giornali il tema è sempre più presente.

Insomma, almeno a parole, sembra andato finalmente in pensione l’eterno adagio del “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.

Bisogna stare attenti, però. Troppo spesso il tema viene esaurito nel “mi faccio portare in giro bendato” oppure “mi lascio cadere, voi mi tenete”. Esperienze indicative, ci mancherebbe altro, di quella che è la propria propensione alla fiducia.

Ma in questa parola, che appare sconosciuta nei suoi funzionamenti ai più, c’è molto, molto di più.

È  opportuno togliere l’alone di mistero che riguarda questo fenomeno umano per poterla comprendere e gestire all'interno delle organizzazioni, a beneficio dei risultati aziendali.

Fiducia aziendale

Che cos'è la fiducia nel contesto aziendale?

Innanzitutto si tratta di una competenza di leadership. Come leader, in azienda, ognuno ha la responsabilità di agire, in maniera deliberata e proattiva, per incrementarla, recuperarla nel caso malaugurato in cui venga persa, estenderla portandone l’impatto dove oggi non c’è. Un saper essere e un saper fare che può essere attivato, sviluppato e potenziato attraverso un processo adeguato e volontario.

Solo se la fiducia è consapevolmente creata e mantenuta, team e organizzazioni sono in grado di portare in maniera costante risultati di valore, riescono a innovare, a collaborare. Insomma, una squadra che funziona e che vince.

Invece purtroppo, tante situazioni non vengono affrontate, o sono mal affrontate – al limite del mobbing – perché i leader non sono capaci di creare fiducia, non hanno sviluppato questo tipo di competenza e barcollano nel buio, persi tra il bastone e la carota.

I benefici della fiducia

E qui arriviamo al secondo punto: quando c’è, aumenta la velocità e diminuiscono i costi. La mancanza di questo tipo di competenza nei leader porta infatti spesso le organizzazioni a caricarsi di costi notevoli e a rallentamenti di processo davvero penalizzanti: team e aziende dove la fiducia è bassa aumentano in maniera esponenziale i costi e diminuiscono la velocità con dinamiche di burocratizzazione, ipercontrollo, turnover, disengagement dei dipendenti e via discorrendo.

È per questo che Stephen M.R.Covey parla di “velocità della fiducia”: solo i team e le organizzazioni in cui la fiducia è stata creata e consapevolmente mantenuta sono capaci di garantire, anche nel medio periodo, risultati, innovazione e sviluppo costante.

  • Rendere i leader consapevoli del fatto che quando si parla di fiducia non si parla soltanto di una virtù sociale – un nice to have – ma anche di business che funziona.
  • Rendere i leader capaci, con metodi e strumenti adeguati.

Ecco la vera sfida delle organizzazioni e di leader che vogliono essere e rimanere rilevanti.


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Scritto da

Chiara Barbieri 

Consulente e formatrice senior, guida le organizzazioni clienti nell’implementazione di corsi e percorsi di performance improvement. Specializzata nelle aree di Leadership, Productivity, Trust e Customer Loyalty, segue lo sviluppo e l’adattamento per l’Italia delle soluzioni FranklinCovey. Scopri di più
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