Una delle stimolazioni più piacevoli di quando si era piccini era indubbiamente quella riferibile alla domanda “Cosa vorresti fare da grande”?
E a quella domanda, fra le risposte più vincenti, c’erano l’astronauta e la ballerina. Al rigore professionale e all’esigenza di guadagnare tanto, da bimbi, si preferiva il piacere di svolgere un lavoro originale, ricco di valore e che magari tutto il mondo ci avrebbe invidiato.
La professione della consulente ha, tra i vari vantaggi, quello di imbattersi in professioni non comuni e per ciò tutte da scoprire. E se anche non ho fatto la ballerina, oggi posso osservare, intervistare e stimare professionalità davvero speciali.
Il Lego Serious Play Facilitator
Nei corsi di design thinking è molto richiesto. Si tratta di un abile consulente che indirizza e guida al project management in modo ludico.
Certificato dalla Lego, il Lego Serious Play Facilitator anima workshop e seminari che aprono la mente al pensiero laterale e conducono a numerose combinazioni risolutive che raramente si sperimentano perché, anche per ragioni di tempo, in azienda si tende a fermarsi alla validazione della prima ipotesi.
L’hacker Etico o Cacciatore di Buchi Informatici
Si tratta di un hacker che non si infiltra nei server aziendali per fare danni, ma per scoprire punti deboli da sanare.
È una figura richiesta dalle società di sicurezza per servizi “on the spot” alle aziende clienti - spiega Michela Barcella, manager della società di ricerca del personale Michael Page. È un mercato che crescerà, anche per via delle sfide alla sicurezza poste dall’Internet of Things.
Il Sound Engeener
In Ferrari, è un manager che studia e implementa il rombo del motore dei bolidi ai diversi livelli di velocità. L’output sonoro, infatti, non è mai casuale ma figlio rigoroso di algoritmi e standard aziendali.
L’Aromatiere
Sono professionisti (in genere laureati in chimica alimentare) che hanno il compito di comprendere e combinare ingredienti negli aromi più amati dai consumatori.
Ascoltare questi professionisti è come tratteggiare la rotta che dal talento imbocca la strada del successo professionale.
Leggi anche gli articoli:
- Come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il ruolo delle Risorse Umane
- Su cosa puntare in materia d’innovazione
- Gestione del talento: alcuni consigli
Tratto dal contributo di Paola Lazzarini per l'articolo "Strani, curiosi, richiesti: i mestieri da scoprire" su La Repubblica del 6 ottobre 2018.
Cosa sono e come funzionano i punti di forza?
I punti di forza: cosa sono?
Quando parliamo di punti di forza spesso il primo pensiero che ci viene in mente è che si tratti di caratteristiche personali che consentono un buon funzionamento in un determinato ambito, ad esempio a lavoro o a scuola.
Ho fatto un esperimento: ho digitato “punti di forza significato” su google e le definizioni che si trovano in rete sono molto simili a quella appena scritta. Una cosa mi ha colpito però: i sinonimi che si associano a queste parole.
Si definiscono come qualità che danno un vantaggio, costituiscono un patrimonio, una risorsa, utili ad accrescere la propria efficacia, una ricchezza ma anche come “energia”,” potenza”, “leva”.

Perché, dunque, sono importanti?
Perché sono degli acceleratori, capaci di traghettarci da uno stato ad un altro, da una situazione problematica ad un risultato, una soluzione. Sono la benzina che spinge la nostra macchina, la forza propulsiva, ci tengono in pista i nostri punti di forza.
E non sto parlando solo di lavoro ma di funzionamento nella vita. Non è un caso che questo sia un argomento che sta interessando non solo gli ambienti professionali, ma anche quelli scolastici, sportivi, relazionali e sociali. Un buon profilo di funzionamento consente alla persona un approccio positivo, concentrato, consapevole ed efficace.
Niente male vero?
I punti di debolezza e le aree di miglioramento
Spesso si contrappongono ai punti di forza, quelli di debolezza, altrimenti definiti come aree di miglioramento. Sarebbero quelle capacità meno rappresentate in noi, sulle quali siano meno abili, che maggiormente ci mettono in difficoltà. Terribili i punti di debolezza. Come macchie su un bel vestito richiamano la nostra attenzione e quella di chi ci sta accanto. Un vero pugno in un occhio, perché, ammettiamolo, tutti vorrebbero essere perfetti.
Ed ecco tante soluzioni per “migliorare” e smacchiare il nostro abito caratteriale da queste macchie.
Una volta mi colpì molto un formatore che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita che mi disse: “Perché dobbiamo affannarci ad essere perfetti?”. Semplicemente vero. Migliorare una debolezza significa mettersi di punta a correggersi, cercando di andare spesso contro una nostra naturale tendenza. Ad esempio, se sono una persona disordinata e voglio migliorare, magari un giorno mi metterò a fare ordine nella mia cabina armadio o nel ripostiglio dove sistematicamente metto tutto quello che non so dove poggiare. Questo mi assorbirà un certo livello di energia, mi farà sentire orgogliosa di me quel giorno, ma successivamente quanto tempo/energia dovrò impegnare per mantenere quel risultato? All’inizio la mia focalizzazione sarà massima, ma con in passare del tempo, magari gradatamente, tornerò alla mia tendenza naturale con grande senso di frustrazione e di fallimento.
Con questo non voglio affermare che non si possa cambiare, guai! Ognuno di noi può ottenere per sé ciò che desidera e per cui lavora.
Voglio solo sollecitare una riflessione: davvero l’eccellenza si raggiunge correggendo i propri difetti? O piuttosto possiamo trovare un’altra strada?
L’uso dei punti di forza
Vi propongo un cambio di paradigma. Piuttosto che lavorare sui difetti, impariamo ad incrementare i nostri punti di forza, coltivarli, svilupparli, accrescerli. Se sono brava nel pianificare le mie giornate, probabilmente posso affinare ulteriormente questa abilità e riuscire ad inserire quel corso di formazione che vorrei fare da tanto ma che non ho mai avuto il coraggio di iniziare per paura di non avere tempo. O, se sono già una persona creativa, potrei ragionare su come usare questa mia qualità anche in altri ambiti dove normalmente non la esercito.
E mi verrà naturale perché sto assecondando una mia intrinseca tendenza. Questo è il punto.
Quando incontro i miei clienti gli chiedo sempre: “Quali sono le tue risorse?”. Quasi tutti mi guardano come minimo perplessi perché non capiscano cosa c’entri rispetto al problema che vogliono risolvere. Invece i punti di forza sono appunto la “leva che solleva il mondo” e che rende possibile l’impossibile.
Come si trovano i punti di forza?
I punti di forza sono abilità osservabili nella quotidianità. Tuttavia, non è facile auto analizzarsi e guardare a sé stessi con oggettività. Analizzare queste caratteristiche significa comprendere le motivazioni del comportamento, l’identità della persona e il modo in cui percepisce sé stesso e come funziona, ovvero come interpreta il mondo che lo circonda e come interagisce con esso.
Riconoscere i punti di forza è spesso la chiave di volta attraverso la quale sostenere un’intera esistenza e transitare attraverso difficoltà importanti, sviluppando la propria personale ed unica eccellenza!
Ti interessa valorizzare i tuoi punti di forza? Puoi scegliere diverse possibilità di crescita, tra cui i corsi Cegos dell’area personal development https://www.cegos.it/corsi-formazione/personal-development-effectiveness . È possibile iniziare a lavorare su sé stessi attraverso corsi di self-empowerment, gestione del tempo, assertività o mindfulness; oppure orientarsi alla propria relazione con gli altri, focalizzandosi sulla gestione del team, relazioni e gestione dei conflitti, teamworking, negoziazione e networking.