Sei rientrato da poco dalle ferie e ti appresti a tornare al lavoro con tutti i tuoi buoni propositi?
Durante le vacanze ti sei rilassato,divertito, ricaricato e non vuoi che niente e nessuno ti rovini il tuo buonumore? Per questa ragione hai deciso di lasciarti alle spalle i conflitti conil tuo capo o con il tuo collega! Ma loro avranno fatto lo stesso?
Mi auguro di sì, ma solitamente il problema non è l’esistenza del conflitto, ma la "presenza di conflitti irrisolti e le tecniche scelte per la risoluzione”.
Le principali cause che generano un conflitto sul lavoro sono:
- Incomprensioni
- Competizione
- Affermazione diautorità
- Mancanza dicooperazione
- Differenze dimetodi o stile
- Valori o obiettividiscordanti
Immagino tu ti possa riconoscere in una o più di queste cause. Ma cosa puoi fare in concreto per gestire in modo costruttivo situazioni relazionali critiche?
Innanzitutto prova a pensare che un conflitto è “fisiologico” e fa parte di qualsiasi relazione! È necessario sfatare i falsi miti come ad esempio:
- Se si litiga si distrugge la relazione
- La relazione non tornerà mai più come prima
- Se mi arrabbio, perdo il controllo
- Ci deve essere per forza un vincitore e un perdente
- È tutta colpa tua se mi arrabbio
Stai tranquillo, il conflitto è una componente normale di ogni relazione, anche di quelle migliori. I problemi si presentano nel momento in cui le persone coinvolte nelle divergenze di opinioni non hanno gli strumenti adeguati per far fronte a una situazione conflittuale.
Le reazioni primarie al conflitto
Cosa fai di solito di fronte a un conflitto?
Le prime reazioni che ciascuno di noi ha di fronte al conflitto sono principalmente di chiusura o di attacco.
Nel primo caso non si ha nessuna intenzione di affrontare la situazione conflittuale e si decide di non far caso o di lasciar correre per non alimentare l’eventuale disaccordo con l’interlocutore. In questo caso si tende a evitare qualsiasi tipo di soluzione pensando che la divergenza di opinione migliorerà da sola.
Nel secondo caso si attacca prima di essere attaccati condividendo pienamente il detto che “la miglior difesa sia l’attacco”. Il rischio è quello di alimentare il disaccordo, non ascoltare in modo attivo l’altro ed essere poco predisposto a trovare un accordo reciproco.
In entrambi i casi rischi di non risolvereil conflitto in modo costruttivo. Che cosa puoi fare di diverso? Sforzarti di accogliere la diversità e provare a:
- Vedere nel conflitto l’incontrocon la diversità di pensiero
- Ascoltare in modo attivo il punto di vista altrui
- Non rimanere ancorato alla propria idea
Il conflitto: un momento di crescita nella relazione
Provando a vivere una situazioneconflittuale come una componente normale di una relazione o addirittura dicrescita della stessa può essere utile:
- Rimanere focalizzato sull’oggetto del problema
- Evitare di pensare di eliminare l’altro per risolvere il problema
- Esplicitare il conflitto
- Prendere tempo, non reagire subito (reazioni di attacco,fuga e immobilizzazione non sono utili per gestire il conflitto). Passare dauna logica reattiva ad una logica comunicativa
- Mantenere una comunicazione rispettosa, evitando di interrompere. Ascoltare l’altro per conoscere i suoipensieri ed opinioni sul problema
- Rispettare i contenuti e i confini del conflitto. Nongeneralizzare
- Libertà di critica. La critica deve essere però limitataal comportamento oggetto del conflitto, non alla persona
- Libertà di dire NO. Essere compiacenti non èun modo utile di gestire la conflittualità, la copre solamente
- Individuare i bisogni sottesi.Passare dall’attacco all’empatia
- Individuare strategie sullabase di interessi comuni. Dev’essere un compromesso che soddisfi entrambi
Ilproblem solving come strategia per risolvere il conflitto
Prova, inoltre, a risolvere il problema alla base del conflitto con l’altro mettendo in atto la tua capacità di problem solving:
- Identifica e definisci il problema
- Prendi in considerazione tutte le soluzioni possibili
- Scegli la soluzione migliore
- Crea un piano d’azione
- Agisci
- Verifica il risultato ottenuto
Ricerca dell’accordo reciproco
Da un conflitto risolto non devono uscire né vinti né vincitori, ma persone soddisfatte di aver trovato un punto d’incontro.
Se uno deidue rimane sconfitto, si prepara il terreno per la vendetta successiva.Il compromesso può durare solo se c’è una parte di soddisfazione comune.