Il mondo non finisce il 1° agosto: oltre le 46 settimane di presenza sul mercato (come la Pubblica Amministrazione)

di Fabrizio Mossino
Avete mai immaginato di trovare il sito di Amazon non operativo il 14 agosto o il 27 dicembre con una scritta lampeggiante: “Chiusi per ferie”?
E quanto aumenterebbe in ognuno di noi la percezione di distanza dalle esigenze del cliente?
Il nuovo paradigma della disponibilità permanente
Mentre molte aziende pianificano ancora la propria attività su base stagionale, limitando la presenza operativa a 46 settimane all’anno, emerge con chiarezza la necessità di ripensare questo modello.
La Pubblica Amministrazione italiana rappresenta un caso emblematico: opera 365 giorni l’anno, garantendo servizi essenziali senza interruzioni.
Una realtà che pone interrogativi significativi per tutte le organizzazioni che vogliono servire efficacemente il settore pubblico.
La sfida dell’allineamento operativo
Le PA non conoscono “chiusure estive”: uffici comunali, servizi anagrafici, strutture sanitarie e forze dell’ordine mantengono la continuità grazie a sistemi di rotazione del personale.
Anche nei periodi “morti”, la macchina amministrativa processa istanze, eroga servizi e risponde ai cittadini.
Questo scenario mette in luce un disallineamento critico: mentre le amministrazioni operano con logiche di servizio continuo, molti fornitori privati seguono ancora modelli di interruzione stagionale.
Il risultato?
- Criticità nella manutenzione delle infrastrutture
- Ritardi nelle forniture urgenti
- Assenza di supporto tecnico nei momenti più delicati
Da 46 a 50+ settimane operative: un nuovo modello di servizio
Le organizzazioni più lungimiranti stanno già adottando strategie di presenza estesa, passando da 46 a oltre 50 settimane annue.
Una scelta che non rappresenta solo un vantaggio competitivo, ma una condizione necessaria per chi desidera posizionarsi come partner affidabile della PA.
I vantaggi della continuità operativa
- Affidabilità percepita
Essere presenti quando altri si fermano costruisce reputazione e fiducia istituzionale. - Opportunità di mercato
I periodi “vuoti” diventano finestre strategiche per conquistare spazio e visibilità. - Relazioni consolidate
Essere disponibili nei momenti critici rafforza il rapporto con i clienti pubblici.
Spunti di riflessione per le organizzazioni
- Ripensare il calendario operativo
Quanto costa davvero mantenere una presenza minima durante le settimane "morte"?
E quanto costa invece la chiusura totale, in termini di opportunità perse? - Investire nella continuità
Sempre più contratti pubblici richiedono reperibilità e servizio ininterrotto.
Essere pronti significa anticipare uno standard in evoluzione. - Valorizzare i tempi "lenti"
I periodi di minor attività sono ideali per formazione interna, sviluppo di nuovi servizi, relazioni con i clienti pubblici. - Differenziarsi con la disponibilità
Garantire continuità operativa è un vantaggio competitivo reale, riconoscibile, distintivo.
Una nuova cultura del servizio
La lezione che arriva dalla PA è chiara:
La continuità non è più un’opzione, è un requisito.
Chi saprà evolvere da una logica stagionale a una di presenza continua risponderà meglio al mercato e costruirà basi più solide per la crescita.
La domanda non è più “se” estendere la propria presenza operativa, ma “come” farlo in modo efficace e sostenibile.
Le 50 settimane operative non sono solo un numero: rappresentano un cambio di paradigma verso una cultura del servizio più matura, responsabile e competitiva.
È ora di ripensare anche all’agosto italiano
Le aziende che vogliono essere davvero competitive devono ripensare il proprio modello organizzativo, abbandonando l’idea che “l’Italia si ferma per ferie”.
Quel periodo di 15-20 giorni ad agosto, dove tutto si blocca (e nelle due settimane precedenti si corre come fosse la fine del mondo), non è più sostenibile per chi vuole lavorare con e per la PA.
E, sempre più spesso, nemmeno per chi lavora nel privato.