Quando l'IA incontra l'IE: l'appuntamento perfetto
L'intelligenza artificiale (IA) sostituirà gli esseri umani?
L'Intelligenza emotiva (IE) passerà in secondo piano rispetto all'emergere dell'Intelligenza Artificiale?
Queste domande – e paure - sono diventate comuni negli ultimi tempi. La dicotomia nasce come risposta istintiva della società alla potente crescita dell'IA. È certamente comprensibile ma non corrisponde alla realtà, anzi è tutto il contrario.
Intelligenza Artificiale e Intelligenza Emotiva
Sfatiamo i miti. In realtà questi due tipi di intelligenza non sono nuovi (nonostante il loro tardivo riconoscimento formale) e quindi coesistono da decenni.
L'Intelligenza Artificiale - definita come la tecnologia che, attraverso algoritmi e programmi, replica l'intelligenza umana per svolgere compiti complessi e/o di routine - è nata nella seconda metà del secolo scorso (ad esempio, il linguaggio di programmazione Lisp è stato creato nel 1958).
L'Intelligenza emotiva - la capacità che ci permette di riconoscere e gestire i nostri sentimenti e quelli degli altri e di gestire efficacemente le relazioni - ha iniziato a essere definita tale negli anni '90, soprattutto dopo la pubblicazione dell'omonimo libro dello psicologo Daniel Goleman.
Nel suo lavoro, Goleman identifica cinque aree principali dell’Intelligenza Emotiva:
- Conoscere le proprie emozioni
- Gestire le emozioni
- Auto-motivarsi
- Riconoscere le emozioni negli altri
- Gestire le relazioni
In tutte queste aree, nonostante gli sforzi della scienza, non sembra possibile che una macchina possa svolgere il ruolo di un essere umano.
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L'automatizzazione dei compiti portata dall'IA consente innegabili guadagni di efficienza nei processi di lavoro a cui può essere applicata: immunità dagli errori e maggiore velocità. Tuttavia, manca tutta la ricchezza cognitiva e comportamentale che un cervello può generare in ogni momento: interpretare e comprendere le situazioni e i propri interlocutori, adattarsi alle circostanze e, cosa altrettanto importante, generare empatia. In sostanza, l'IA è priva delle soft skills che caratterizzano l'EI e che sono spesso decisive per il successo dell'interazione umana.
Per comprenderne l'importanza, dal 2016 il World Economic Forum ha inserito l'Intelligenza Emotiva (nel suo complesso o in alcuni suoi aspetti) tra le 10 competenze più apprezzate nel mercato del lavoro nel suo rapporto annuale "The Future of Jobs".
IE e AI sono incompatibili?
No, non lo sono affatto. La cooperazione tra i due è già una realtà. Il meglio dell'automazione e la capacità di percepire il momento si intersecano, sempre con l'obiettivo di aumentare le prestazioni.
Una delle grandi sfide che gli "architetti" dell'IA devono affrontare è proprio quella di poter "importare" un po' di IE nella programmazione delle loro macchine. L'investimento per rendere tutto ciò una realtà è stato enorme. Un piccolo esempio di questo sforzo è la creazione di assistenti virtuali più sensibili alle informazioni ricevute dagli utenti di questi servizi, con un livello più sofisticato di interpretazione degli input ricevuti.
L'attenzione è sempre più rivolta a dotare l'IA di attributi umani, in particolare quelli legati all'Intelligenza Emotiva. La replica di queste qualità arriva persino a modellare il comportamento non verbale degli interlocutori dell'IA. D'altra parte, l'IA può essere uno strumento eccellente per supportare l'applicazione pratica delle varie competenze EI. La raccolta e l'analisi dei dati possono essere estese a campi di informazione (ad esempio, i social network) che favoriscono variabili di natura emotiva e sono utili per il processo decisionale. La raccolta "scientifica" di dati soggettivi è un valido aiuto all'esercizio delle competenze emotive che, in sostanza, valorizzano la comprensione e la creazione di empatia con i destinatari.
L'Intelligenza Artificiale e l'Intelligenza Emotiva non lavorano in esclusione o in competizione. Piuttosto, formano un binomio perfetto.
Il potenziamento di ciascun professionista e di ciascuna organizzazione grazie alle sinergie create tra le due "intelligenze" è quindi la naturale conseguenza di questa simbiosi, piuttosto che la temuta dicotomia o la credenza dell’ "uomo verrà sostituito dalla macchina".
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Intelligenza Artificiale
Articolo scritto da Catarina Correia, Head of Marketing & Communication, Cegoc.