Smart working post emergenza: mai più senza il fattore umano

24/07/2020

Anche se implementato in un contesto eccezionale, il recente ricorso allo smart working in questi mesi ha cambiato davvero in maniera sostanziale le nostre abitudini lavorative. Sempre di più, infatti, si parla di come non sia più possibile tornare indietro e di quanto sia invece necessario proseguire su questa strada.

Questo è uno degli elementi emersi dalla Instant Survey "Lockdown - Abitudini e comportamenti acquisiti durante COVID-19" che abbiamo condotto nel mese di maggio e che ha coinvolto 250 rispondenti. Il nostro scopo è stato comprendere l’impatto di questo periodo complesso sulle vite e sul lavoro delle persone.

Cosa è stato riscontrato? Sicuramente un'importanza ricoperta dalle relazioni interpersonali: tra i comportamenti che non si vorrebbero abbandonare una volta ritornati alla “vita normale” troviamo la vicinanza ai familiari, unita ad una maggior attenzione alle relazioni amicali. A riprova della centralità dell’uomo, il periodo di lockdown ha fatto sentire maggiormente la mancanza della socializzazione quotidiana con i colleghi, insieme alla facilità di confronto che si ha durante gli incontri in presenza.

Dal punto di vista lavorativo, il remote working ha messo alla prova responsabili e collaboratori nella gestione delle proprie attività e relazioni. I dati però sono positivi: per più della metà degli intervistati i capi si sono dimostrati all’altezza della situazione, in alcuni casi attraverso una maggiore fiducia e in altri apprezzando la vicinanza emotiva dimostrata in questo momento complesso.

Anche i risultati sono stati impattati, ancora una volta in modo positivo: sono emerse buone capacità di focalizzazione su obiettivi e risultati, di autonomia, creatività e disponibilità al confronto con i colleghi e i propri superiori.

Considerando, infine, i fattori determinanti per lo smart working, risulta essere importante la strumentazione adeguata e un ambiente domestico adattato allo svolgimento delle attività, oltre alla necessità di strutturare il proprio lavoro secondo obiettivi precisi e mirati.

Gli intervistati hanno inoltre mostrato un interesse marcato per il digitale, tanto da volerlo utilizzare in futuro non solo per motivi professionali, ma anche per fini personali.

Parlando di competenze, l'agilità e l'adattabilità sono risultate le soft skill più utili nel periodo di lockdown; a seguire, un’organizzazione efficiente del lavoro e la remote collaboration.

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