Vivere "liquido" ma pensare "solido"
- il tasso di obsolescenza di certi temi si è elevato e, in più, certi saperi non hanno più il tempo di stabilizzarsi
- la parte solida dei saperi (e meno male che esiste ancora… ), cioè i contenuti che tendono a porsi come driver fondativi di certe competenze, necessita in alcuni casi di una sorta di riattualizzazione (per es. dalle riunioni classiche face to face a quelle in remoto, dall’aula di training classica all’aula virtuale, dai modelli tradizionali di leadership a quelli fondati su nuovi valori - emotivi, etici, conversazionali, …)
- accanto ai contenuti, mutano anche le metodologie di trasferimento degli stessi, sollecitate dall’avanzamento tecnologico e da modalità che mettono al centro dell’attenzione chi deve apprendere; quindi l’evoluzione dei contenitori (dalla tecnologia, agli approcci formativi che tengono conto del numero dei partecipanti) influenza la didattica dei contenuti e, automaticamente, anche questi ultimi
- l’urgenza della realtà che sottrae spesso il tempo del cervello disponibile
- i differenti parametri dell’economia dell’attenzione, di solito molto catturata dal brevissimo termine