Le nuove generazioni: caratteristiche, lifestyle e rapporto con il lavoro
- i più importanti aspetti caratterizzanti delle nuove generazioni: come sono, cosa preferiscono, come si relazionano
- come interfacciarsi con loro
- come gestirle e che tipo di rapporto hanno con il lavoro
- qual è il punto di equilibrio tra la flessibilità dell’organizzazione nei loro confronti e viceversa
- il rapporto con il tempo: i giovani Y tendono a vivere nell’immediatezza e richiedono feedback rapidi
- la trasparenza: è una generazione che vuole sapere e capire
- la legittimità: i Millennials non credono all’avanzamento di carriera per anzianità o per tecnicità e riconoscono nel proprio capo le competenze prima di tutto manageriali
- la valutazione verso il loro manager: la trovano normale e, in certi casi, la esigono
- la flessibilità: detestano la rigidità e apprezzano lo smart working
- il reverse mentoring: serve a sviluppare la fiducia tra le generazioni perché permette agli Y di trasferire certe capacità ai senior
- l’orrore degli orari: troverete su qualche blog anglosassone l’immagine un po’ truculenta che dice “9-5 is dead”, la classica giornata dalle 9 alle 17, con orario più o meno continuato, è morta e sepolta
- il “blurring” e il “bleisure”: termini inglesi che identificano il primo la scomparsa di una frontiera precisa tra vita professionale e privata, il secondo la conciliazione sempre più ricercata tra il lavoro e le attività piacevoli
- le “micro-leisure”: di conseguenza emerge in modo più netto l’orientamento alle pause brevi e frequenti, sia per consentirsi una rapida distrazione e allentare l’attenzione, sia per confronti faccia a faccia, sia (e forse soprattutto) per parlare – tramite i social – con persone del proprio network e con amici, per rispondere alle proprie mail, per fare acquisti online, per prenotare un weekend.
La generazione K |
Contraddicendo alla regola per la quale oggi nasce una generazione differente ogni 12/15 anni circa e quindi introducendo l’idea che questo lasso di tempo si sta accorciando, l’economista britannica di fama internazionale Noreena Hertz ha recentemente parlato dell’apparizione di una nuova generazione, denominata K perché ispirata direttamente al personaggio di Katniss Everdeen, l’eroina della saga “Hunger Games” immortalata al cinema da Jennifer Lawrence (anno di nascita 1990).La Hertz, che ha sviluppato questo concetto attraverso un’inchiesta pubblicata dal Guardian nel marzo del 2016, sembra in parte sostituire la denominazione Z con K, in parte per garantire una continuità ai nomi generazionali, considerando la K la fascia più recente della Z, quindi indicando i nati nel nuovo millennio.Ma quali sono le caratteristiche dei giovanissimi K? Sono coloro che hanno assorbito fin da piccoli l’austerità, l’estremismo islamico, il terrorismo, i timori per il cambiamento climatico. Hanno visto i loro genitori perdere il lavoro e le loro paure non sono quelle che da sempre ricolleghiamo alla classica adolescenza. E’ una generazione disincantata che fa fatica a credere alla meritocrazia, che pensa che il proprio avvenire è molto legato al colore della pelle, alla situazione economica e all'importanza sociale dei genitori.Se il biberon dei ragazzi K è stato lo smartphone, non paiono dimostrarsi egoisti e credono che aiutare gli altri sia importante. Non vedono certamente il futuro dipinto di rosa, ma vogliono agire: per la Hertz la generazione K sarà costellata da gente che creerà e inventerà molte cose |
@tiziano_botteri |