Captare i segnali del futuro e trasformarli in azioni
Emanuele Castellani, CEO Cegos Italia e Cegos APAC, sul Rapporto Formazione di luglio-agosto 2020 di Harvard Business Review Italia, ci fa riflettere sul prossimo futuro, puntando l’attenzione sul re-skilling sempre più necessario all’interno delle nostre realtà aziendali. Re-skilling per altro già anticipato a inizio anno dall’articolo del World Economic Forum, “We need a global reskilling revolution”, addirittura antecedente quindi alla straordinarietà della situazione attuale.
Dopo mesi critici, sia in termini sociali che economici, si inizia a guardare al futuro: “secondo il Fmi, il Pil italiano dovrebbe contrarsi del 9,1% nel 2020; caduta straordinaria ma superiore ad altri Paesi”. Inoltre, l’Italia si è fatta trovare impreparata anche durante la crisi sanitaria, come sottolinea un articolo di Harvard Business Review “Which countries were (and weren’t) ready for remote work?”, in termini sia di dotazione tecnologica strutturale sia della sua resilienza.
Tuttavia, dobbiamo scendere a patti col fatto che nel prossimo quinquennio “sarà necessario crescere del 5% annuo per recuperare gli standard di vita a cui eravamo abituati”. Come pensiamo di farlo?
Ora più che mai sentiamo la necessità di sapere cosa ci aspetta nel futuro, avere dei suggerimenti su come agire, cosa fare, come affrontare le prossime inevitabili sfide. Partendo dal fatto che predire il futuro non è possibile, possiamo però interpretarlo, “decodificarlo”.
Come? “Captando i segnali, trasformarli in informazioni e poi agire”.
Per fare ciò, tutti noi ad ogni livello e ambito professionale abbiamo la necessità di investire sulle nostre competenze, focalizzandoci sulle soft skill che ci possono garantire resilienza, creatività e flessibilità nell’affrontare quello che il futuro ci prospetta, nel business e nelle nostre vite.