Motivazione, o cara!

09/03/2015

Evitiamo che Giuseppe Verdi si rivolti nella sua tomba, ma il titolo di questo contributo - che prende a prestito la famosa romanza ‘Parigi, o cara!’ della “Traviata” - ha il tono dell’invocazione verso uno dei temi più delicati della vita aziendale. Quante volte abbiamo pronunciato questo termine nelle sue differenti sfumature: motivazione, demotivazione, automotivazione... Eppure abbiamo avuto spesso la sensazione di maneggiare qualcosa di impalpabile, sfuggente, irrimediabilmente mutevole.

Purtroppo dare motivazione agli altri è questione difficile, non è come accendere un cerino nella speranza che resti luminoso a lungo. Un manager deve invece creare le condizioni ambientali e gestionali affinché la motivazione delle persone possa fiorire, conservarsi e produrre impegno. Facile a dirsi, meno facile a farsi. Ma domandiamoci se ci dobbiamo attenere a qualche punto fermo per portare a compimento questa invocazione.

Di certo la motivazione non è fine a se stessa, ma lo scopo è avere collaboratori performanti. E il manager, in questo campo, dovrebbe porsi l’obiettivo di arare il “terreno del desiderio di agire”, permettendo ai collaboratori di potersi realizzare - in tutto o in parte - nelle attività organizzative.

Qualche piccolo consiglio:

Tiziano Botteri
Competences & Development Director Cegos Italia

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