Soft skill: avanti tutta!
L’emergenza ha fatto crescere esponenzialmente il peso di valori come fiducia, libertà, cura, benessere e ha rimesso al centro dell’attenzione l’importanza delle soft skills nella selezione dei manager.
- Quali tra di esse recita un ruolo più rilevante in questa fase post-pandemica e perché?
- Con quali specifiche a seconda dei ruoli dirigenziali da ricoprire?
- Qual è il ruolo del digitale?
L’emergenza sanitaria ha fatto riscoprire valori ai quali non era stato attribuito il giusto peso. Ha stravolto la sfera privata e avuto un impatto dirompente sulla vita professionale. Un grande cambio di passo, sia per i manager che per i loro collaboratori. I primi hanno dovuto imparare non solo a destreggiarsi in un contesto totalmente nuovo e complesso, ma allo stesso tempo trovare per sé e per il proprio team un equilibrio in un mondo instabile. Ieri definito VUCA, oggi BANI.
L'importanza delle competenze trasversali
In questo scenario le soft skill sono diventate un bene ancor più rilevante. Tra le competenze imprescindibili: saper dialogare, motivare i propri collaboratori, coltivare relazioni di fiducia nonostante la lontananza, creare una cultura del feedback, prestando attenzione al loro benessere, senza dimenticare le capacità di gestire in maniera efficace un team da remoto, gestire lo stress, ascoltare e adattarsi ai cambiamenti in velocità.
In fase post-pandemica, la fiducia creata deve essere alimentata e protetta, per continuare a lavorare con lo stesso commitment, anche in situazioni meno stressanti e caotiche. Riporre vera fiducia nei propri collaboratori è necessario per far crescere ed evolvere tutta l’organizzazione anche in una logica di leadership diffusa, come rilevano le nostre ultime survey.
Anche la cultura del feedback rimane fondamentale affinché i collaboratori in rientro in ufficio non si sentano abbandonati o associno questo strumento solo a situazioni straordinarie. Inoltre, acquisiscono ancor più rilevanza le capacità di trovare un equilibrio tra vita privata e professionale e saper distribuire equamente i carichi di lavoro.
Soft skills e ruolo aziendale
Difficile stabilire una linea di demarcazione di valori in base ai differenti ruoli dirigenziali così come tra dirigenti e collaboratori. Sicuramente lo stile di management può influenzare la qualità di vita di un collaboratore e la gestione del rapporto con il proprio capo può condizionare il clima in cui si svolge l’attività lavorativa: la gestione della fiducia, ad esempio è un fattore in entrambi gli ambiti.
Tutti questi cambiamenti hanno fatto emergere la necessità di perfezionare e aggiornare le competenze soft. L’isolamento, la distanza e l'incremento dell'uso di strumenti digitali hanno sensibilmente cambiato il modo in cui ci relazioniamo con l'esterno e accresciuto il senso di responsabilità. Le persone che sentono l’esigenza di formarsi stanno assumendo un atteggiamento sempre più demanding in termini di tempismo, fruibilità ed efficacia.
Il digitale nella formazione
Il digitale renderà la formazione più accessibile. La diatriba sul futuro deve tener conto di due fattori fondamentali: l’obiettivo formativo e il livello di digital addiction del partecipante.
Sul primo punto suggerisco di spostare il focus: evitiamo di parlare di quanto la formazione sarà “ibrida”, e concentriamoci sulla dicotomia “sincrona” Vs “asincrona”; spostiamo il focus sull’obiettivo, puntando a sviluppare comportamenti più efficaci, adeguati, produttivi e virtuosi (per l’azienda e per la persona).
Quanto al secondo aspetto propongo un quesito: non capita forse oggi di aspettarsi che un determinato servizio sia fruibile in modalità digitale? E quando non accade non si prova frustrazione? Immaginando la crescente digital addiction (assuefazione? dipendenza?) non sarà anche rispettoso per clienti e partecipanti proporre soluzioni che coniughino digitale e presenziale?
Emanuele Castellani , CEO Cegos Italy & Cegos Apac